C'è una Fallaci che i media non celebrano volentieri perché irriducibile agli schemi del conformismo. È l'Oriana post 11 settembre 2001, quella de "La rabbia e l'orgoglio" e dei successivi "La forza della ragione" e "Oriana Fallaci intervista sé stessa. L'Apocalisse". Mentre i tre libri vendevano milioni di copie, la scrittrice era accusata (sui giornali e perfino in tribunale) di essere xenofoba, razzista, intollerante, violenta, ignorante, sgangherata, semplicistica. La sua colpa? Aveva violato i tabù e i santuari dei benpensanti, esprimendo una posizione netta sull'islam, da lei ritenuto inconciliabile con i valori "occidentali", e sull'immigrazione incontrollata, una forma di invasione demografica dalle incalcolabili ricadute culturali. Sono cose che non si potevano e non si possono dire senza incappare nella condanna del mondo intellettuale. Eppure la cronaca di questi anni, con drammatica continuità, ci mostra l'attualità e la lungimiranza di quelle idee che in realtà discendono dalla migliore tradizione italiana (e non solo). La lettura della Trilogia infatti rivela le fonti della scrittrice: il Risorgimento, la Destra storica, la Resistenza, i grandi autori liberali come Benedetto Croce. Le opere della Fallaci sono state al centro dell'unico dibattito di portata nazionale che abbia fatto venire alla luce la natura, la forza e gli effetti del politicamente corretto. L'obiettivo di questo libro è dunque la ricostruzione della polemica che accompagnò gli ultimi anni di Oriana Fallaci. Una polemica che ancora ci interroga e ci pone domande in attesa di risposta: cosa significa oggi essere italiani? E quale posto vogliamo occupare in Europa e nel mondo? Prefazione di Vittorio Feltri. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.